Con il contributo di:
Perché la Fabbrica Fantasma
C’è una fabbrica che lavora a ciclo continuo, ventiquattro ore su ventiquattro, ma nessuno è mai riuscito a individuarla: è lo stabilimento dove si producono le merci copiate, imitate, ricalcate, insomma contraffatte.
Abbiamo scelto di chiamare La fabbrica fantasma questo secondo quaderno dell’Associazione “A mano disarmata” perché ci è sembrato che desse l’idea di uno stabilimento senza mura, di un commercio senza trasporti, di una vendita senza negozi e perché era il titolo di un documentario che realizzò per noi Mimmo Calopresti nel 2016.
Quello che spesso si ignora e si sottovaluta è che dietro a questa frenetica attività invisibile ma molto concreta, tanto che sforna milioni di oggetti di tutti i tipi ogni giorno, c’è ancora una volta la mano delle mafie.
La grande criminalità commissiona, dopo aver sondato il mercato; importa cioè si incarica di far passare le merci da porti e aeroporti; distribuisce al dettaglio spesso sfruttando immigrati. Una vera e propria filiera illegale che, soltanto in Italia, vale 10 miliardi di euro ogni anno e causa la perdita di quasi 90mila posti di lavoro.
Ma questo quaderno, che pure ospita interviste e interventi di grandi esperti, resta fedele al suo modo di narrare, anche at traverso racconti. Non è un saggio, non è un’inchiesta, non è un instantbook, forse è un po’ di tutto questo in pillole. Vuole prendervi per mano e portarvi in un viaggio attraverso luoghi oscuri che sono, senza che ce ne accorgiamo, proprio accanto a noi. Un cammino alla scoperta di un traffico del quale, a volte consapevoli altre no, siamo spesso complici.