Un corso di alta formazione che nasce dalla collaborazione fra Università di Padova, Fnsi, Sindacato Giornalisti del Veneto e Articolo 21. Iscrizioni fino al 1° marzo QUI BANDO E ISTRUZIONI
«Giuro di dire la verità, nient’altro che la verità» recita la nota formula delle deposizioni di fronte a un tribunale. Un impegno che dovrebbe essere tatuato nella coscienza di chi, per professione, deve raccontare a un pubblico fatti di interesse generale: il giornalista. Ai condizionamenti che da sempre tentano di deviare da questo imperativo etico i professionisti dell’informazione, si è aggiunta oggi l’estrema complessità di quello che si è andato configurando come un vero e proprio ecosistema informativo, con un intreccio di piattaforme comunicative, un proliferare di media telematici e una potenziale platea che corrisponde ormai al mondo stesso.
Da questo discende la necessità di dotarsi di strumenti adeguati, di mantenersi costantemente aggiornati, di accrescere conoscenze diversificate che spaziano dalla psicologia alla tecnica, dall’economia al diritto, dalla sociologia alle scienze esatte. Era fatale che lungo questo cammino di ricerca e innovazione si incontrassero due istituzioni come il Sindacato dei giornalisti e l’Università.
“Raccontare la verità – Come informare promuovendo una società inclusiva e combattere le fake news”, corso di alta formazione dell’Ateneo di Padova, nasce infatti dal connubio fra l’Associazione territoriale dei giornalisti del Veneto (Sgv) e l’Università patavina, adottando un taglio che individua nella lotta alle false notizie non soltanto uno strumento di riappropriazione del valore sociale dell’informazione, ma anche un mezzo per favorire l’inclusione, ovvero la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.
Lo chiarisce bene la direttrice del corso, professoressa Laura Nota (ordinaria del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata all’Università di Padova): ««La realtà è complessa – spiega – e non può essere semplificata da una visione parziale o da un approccio stereotipato o peggio ingabbiato da pregiudizi o manipolato da “bufale”. Serve il pensiero critico che va costruito con l’analisi, lo studio, l’impegno, il confronto e l’ascolto».
Le fake news non sono soltanto un attentato alla credibilità dei professionisti dell’informazione e di conseguenza uno dei motivi della loro “decadenza sociale”, incidono direttamente sugli equilibri sociali alterandoli, al punto che la professoressa Nota può affermare che: ««Le fake news sono una delle principali cinghie di trasmissione delle diseguaglianze e fra i temi più caldi della nostra società».
«È un corso per coloro a cui sta a cuore l’articolo 21 della Costituzione – aggiunge Giuseppe Giulietti presidente della Fnsi – il diritto di essere informati e il dovere di informare in maniera corretta, accurata, verificata».
Organizzato da Unipd con Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Sgv (Sindacato giornalisti Veneto) e Associazione Articolo 21, il corso, rivolto ai giornalisti e a quanti a vario titolo operano nella comunicazione, si articolerà in dieci lezioni, tutte on line, per 60 ore complessive dal 10 aprile e fine ottobre: ogni 15 giorni in gran parte al sabato mattina e qualche venerdì pomeriggio.
Le lezioni sono state organizzate in maniera da favorire lo scambio, il dialogo, l’interazione fra i docenti – sia giornalisti di esperienza, che professori universitari di facoltà umanistiche e scientifiche – per stimolare la riflessione e l’apprendimento attivo. Al termine del percorso, all’interno del quale ci saranno anche esercitazioni pratiche e giornate di approfondimento su tematiche di attualità come la divulgazione scientifica e l’infodemia da Covid – verrà rilasciato un attestato universitario.
Queste le tappe programmate:
- L’ecosistema socio-economico e mediatico complesso e frammentato e il pensiero critico quale antidoto
- L’industria editoriale, la disintermediazione, le discriminazioni, l’informazione e la comunicazione
- L’innovazione tecnologica e i social media: ricadute in termini di caos informativo; la responsabilità della Rete, moltiplicazione dei mezzi non significa pluralismo informativo e accessibilità consapevole; linguaggio della discriminazione e dell’odio
- Costruire contesti inclusivi, improntati a giustizia sociale e sostenibilità: cosa vuol dire inclusione, cos’è la giustizia sociale, ruolo dei diritti umani, come questi elementi si intersecano con le azioni giornalistiche; cosa sono gli stereotipi e come si formano, come si contrastano
- Linguaggio inclusivo, attento alla parità di genere, e come controllare attendibilità e validità nei processi di raccolta delle informazioni; come riconoscere e fronteggiare forme linguistiche aggressive e svalutanti anche a vantaggio di un ruolo educativo dell’attività giornalistica
- Tecnologie, piattaforme digitali, accessibilità e innovazione sociale nel settore giornalistico a vantaggio della qualità, la costruzione degli algoritmi nell’informazione, oltre il fact-checking
- Il giornalismo di inchiesta sociale tra oscurità e querele bavaglio, come riconoscere e fronteggiare la fabbrica del falso che inquina le democrazie, l’informazione scientifica e il proliferare delle superstizioni della pseudoscienza
- La deontologia professionale come assunzione di responsabilità civile, la libertà di stampa in Europa e nel mondo tra “editti bulgari”, le carte dei giornalisti, i diritti dei giornalisti a partire dal contratto di lavoro
Affrettatevi quindi, le iscrizioni chiudono il 1° marzo prossimo