cinema

Periferie al centro

Perché secondo il regista Mimmo Calopresti è necessario trattare il tema dei margini al cinema

Portare i margini al centro del cinema e al centro della scuola. La rassegna cinematografica L’ombra nera dei margini. Periferie urbane e sociali nel cinema ha permesso alle scuole che vi hanno aderito di mettere a disposizione dei ragazzi le migliori pellicole sul tema e di confrontarsi con gli esperti. Tra questi, il regista, sceneggiatore e attore Mimmo Calopresti, che ha diretto – tra le altre cose – Aspromonte-La terra degli ultimi, La seconda volta, La felicità non costa niente, L’abbuffata. Oggi lo chiamiamo in veste di consulente ed esperto:

Mettere al centro le periferie attraverso il cinema. Perché si è scelto questo strumento?
Il cinema è capace di creare immagini che restano impresse, quindi è perfetto per arrivare a tutti, an- che e soprattutto ai ragazzi. L’Ombra Nera dei Margini però, si pone un ulteriore obiettivo: quello di confrontarsi con gli adolescenti, di capire più e meglio quello che succede nelle loro vite e i problemi che li affliggono, soprattutto quando vivono in periferia, dove le difficoltà sono spesso troppe ma non impediscono ai giovani di voler cambiare il mondo.

Nei dibattiti con gli studenti, cosa ti ha colpito? Come recepiscono i grandi film d’autore che avete proposto?
C’è stata una grandissima partecipazione e penso che l’interesse nei confronti di questo tipo di cinema sia aumenta- to in loro. Il mio compito è quello di aiutarli a fare qualcosa di loro, raccontando i film dal punto di vista registico. Cerco di trasmettere ai ragazzi il coraggio di scegliere e guardare il mondo e la prima regola è imparare a guardare e a raccontare. Guardare non è facile: sembra una cosa scontata ma non lo è, così come anche leggere le immagini. Siamo continuamente bombardati da un’infinità di immagini ma bisogna educare i ragazzi a fare una selezione.

Il mondo del cinema, ma in generale il mondo dello spettacolo, sta vivendo un momento davvero drammatico ma allo stesso tempo lo streaming ci sta venendo in aiuto. Come fare per trovare un giusto equilibrio nel binomio streaming-sala cinematografica per il futuro?
Siamo nel pieno di una grande rivoluzione, la quale è stata accelerata da questo momento tragico che stiamo vivendo: è venuto a mancare il vecchio modo di guardare il cinema e se ne è affermato uno nuovo. Da una parte è negativo perdere l’abitudine di andare in sala e condividere un tipo di socialità, ma dall’altra abbiamo uno strumento in più a nostra disposizione. Dobbiamo imparare a far dialogare questi due mondi, a renderli funzionali alla vita delle persone.


 

Le recensioni dei ragazzi che hanno assistito alle proiezioni della rassegna cinematografica “L’ombra nera dei margini. Periferie urbane e sociali nel cinema”

ACCATTONE
Che emozioni ti ha suscitato?
Leonardo Grippo:
Un senso di grettezza e materialità da parte dei personaggi, un’umanità meschina e allo sbando, che campa alla giornata vivendo di espedienti e furti.
Ludovica Giovinazzo: Divertimento, rabbia e consapevolezza: divertimento per le battute utilizzate; rabbia e consapevolezza per come venivano e vengono trattate tutt’o- ra le donne. Ho apprezzato molto il linguaggio utilizzato e il fatto che la proiezione fosse in bianco e nero.

CIDADE DE DEUS
Che insegnamento ti ha lasciato?
Leonardo Marinelli:
Il senso del riscatto: è bello vedere che anche i ragazzi che crescono in contesti difficili possono realizzare i propri sogni. È un film crudo e violento ma necessario.
Francesco Nardi: La prima cosa che mi è venuta in mente è che, ragazzi normali che vogliono vivere una vita in maniera “legale” a volte vengono costretti dal luogo e dalla gente che li circonda a vivere una vita “illegale”. Questa storia è narrata in modo da farti entrare il più possibile nella mentalità dei personaggi, e capire perché fanno queste cose.

FAVOLACCE
Come ti sei relazionato con la complessità di questo film?
Emma Vitale: Sono abbastanza perplessa, ho faticato a comprendere trama e significato, soprattutto per la composizione delle scene. Ho apprezzato molto il fatto che di sottofondo ci fosse sempre qualcuno che leggesse il diario: mi ha aiutato a comprendere alcune scene.
Tommaso Di Pierro: Al di là della trama, sono rimasto impressiona- to dalla capacità dei registi di trasformarsi in attenti scrutatori del contemporaneo, del margine oscuro della società attuale da cui sono pronti a scaturire orrori nascosti in ogni momento, ma non così nasco- sti da non parlare al nostro presente di bambini, figli, genitori, interrogandoci sulle nostre responsabilità, non solo sociali, ma anche affettive di comuni esseri umani.

IL DIARIO DI CARMELA
Ti sei identificato nei personaggi?
Nicolas Tarantino: In un certo senso mi identifico in Carmela perché nonostante il destino segnato, rifiuta la realtà che la circonda e riesce a studiare e ad aumentare il suo livello culturale.
Nicole Camplone: In Carmela perché, nonostante le difficoltà, riesce a fuggire dalla dura realtà che vive ogni giorno creando un diario tutto suo. In questo posso dire di identificarmi in lei perché nonostante le avversità cerca un qualcosa su cui far leva e rialzarsi ogni volta che la vita la butta giù.

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