Sarà un resoconto tutto al femminile quello che martedì 2 marzo dalle 21 alle 23 (pagina Facebook e canale YouTube di A mano disarmata), darà vita alla seconda puntata di “Mappe del racconto – narrare i territori: il Veneto”
Sarà un resoconto tutto al femminile quello che martedì 2 marzo dalle 21 alle 23 (pagina Facebook e canale YouTube di A mano disarmata), darà vita alla seconda puntata di “Mappe del racconto – narrare i territori: il Veneto”, viaggio nell’informazione, nella cultura e nel costume delle regioni italiane organizzato dall’Associazione “A mano disarmata” e dal “Sindacato giornalisti del Veneto”.
La prima puntata (la trovate sulla pagina Facebook di Amd) è stata una sorta di drone che dall’alto ha inquadrato un territorio, quello Veneto appunto, in cui si mescolano inestricabilmente vecchi vizi di uno sviluppo disordinato e rapidissimo, con le nuove frontiere di una criminalità organizzata che qui ha trovato due condizioni necessarie per mimetizzarsi nel tessuto socioeconomico locale: il denaro e la complicità di soggetti in apparenza irreprensibili.
La seconda parte di questo viaggio, si immerge nel territorio attraverso le voci di tre giornaliste, una professoressa universitaria e la presidente dell’Associazione Articolo 21. Un itinerario che segue la rotta che da Ovest arriva all’estremo limite orientale, sconfinando nella zona friulana, dove si sentono gli echi dei Balcani e ci si avvicina a una frontiera carica di Storia.
Così Alessandra Vaccari, giornalista de l’Arena di Verona e consigliera nazionale della Fnsi, sintetizzerà nel suo racconto i cambiamenti strutturali della malavita a Verona. La Bangkok d’Italia della prima metà degli anni ’80 è oggi terra di conquista della ‘ndrangheta, le cui famiglie si sono spartite il territorio. Affari legali si intrecciano a quelli illegali, mentre spunta anche il fenomeno delle baby gang.
Da parte sua Monica Andolfatto, giornalista de Il Gazzettino e segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto, ci porterà a Venezia, questa volta sullo sfondo non ci sarà il Canal Grande o la Basilica di San Marco, ma un giro di soldi facili e sporchi, tracce di sangue, tra usura e mazzette. Il tutto attraverso ritratti di donne: Paola la magistrata, Gaetana la commessa, Lucia la regista, Claudia la segretaria:
Mariangela Gritta Grainer, professoressa di matematica, ex parlamentare e Presidente di Articolo 21 Veneto, da anni segue le dolorose e intricate vicende che ruotano attorno all’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994 in Somalia. Un caso che, oltre a segnalare l’eterna difficoltà in questo Paese di arrivare a coniugare Verità e Giustizia, fa emergere il nebuloso rapporto tra Informazione, comunicazione e politica, anche nel Veneto.
Troverà spazio anche un tema, quello della situazione carceraria nella regione, che fatica a fare capolino nell’informazione, se si eccettuano casi eccezionali come rivolte o altri fenomeni violenti. Farà il punto della situazione Francesca Vianello, professoressa associata di Sociologia del diritto e della devianza presso l’Università di Padova, nonché referente per il Polo universitario presso la Casa di reclusione di Padova.
Arrivati a oriente troveremo Luana De Francisco, giornalista de Il Messaggero Veneto, che partendo dalla storia di Fabio Gaiatto, un promotore finanziario di Portogruaro, ci aiuterà a comprendere come la Camorra si sia infiltrata nel circuito finanziario locale. Da Eraclea a Lignano e, più in generale, al litorale del Veneto orientale, e poi su fino alla montagna friulana e avanti fino ai due confini con l’Austria e la Slovenia.